martedì 4 gennaio 2011

Perché mandare tutti a puttane.

"Col termine prostituzione si indica l'attività di chi offre prestazioni sessuali, dietro pagamento di un corrispettivo. L'attività, fornita da persone di qualsiasi orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, professionale, abituale o saltuario. L'uso del termine non è univoco (...)" (parafrasi http://it.wikipedia.org 04 gennaio 2011).
Fin qui, nulla di nuovo. Ora, però, chi scrive si chiede: "Perché non schierarsi a favore della regolamentarizzazione della prostituzione?"
In Italia sussiste un modello giuridico volto a vietare la prostituzione tramite pene (pecuniarie o detentive) tanto al cliente quanto al "professionista". Ciò è riconducibile alla legge n. 75/1958 che equipara favoreggiamento e sfruttamento punendo "chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui" (art. 3 l. 75/1958). In sintesi, andare a puttane è equiparato a chi rapisce una ragazzina e la costringe alla strada.
Ammetto di non essere mai stato cliente del servizio in esame tuttavia mi sembra chiaro che un sistema che legalizzi la prostituzione permetterebbe, tra le altre cose:
  • il diminuire di attività criminali quale lo sfruttamento della prostituzione (che non andrebbe inteso come richiesta, da parte del mercato, di un prodotto/servizio ma come crimine alla dignità della persona);
  • il controllo della salute e delle condizioni fisico-igieniche di chi si candida a offrire per tale servizio (quindi, l'abbassamento delle possibilità di trasmissione delle malattie sessuali);
  • la creazione di un nuovo mercato che combatterebbe la disoccupazione e che, dietro gli auspicabili controlli, permetterebbe maggiore sicurezza sulla volontà di chi si avvicina a tali forme di lavoro;
  • la creazione di nuovi introiti per il fisco e per i lavoratori italiani (pensate al turismo sessuale del quale Olanda, Belgio, Germania e altre nazioni usufruiscono: ricettività, tasse, marketing, etc.);
  • la messa in sicurezza e la cura estetica della strade anche contro i crimini alla morale pubblica.
Ora, sono convinto ci siano ulteriori vantaggi così come diversi svantaggi. Tuttavia, si ha la certezza che quest'ultimi siano sufficienti a escludere aprioristicamente una regolamentarizzazione della prostituzione in Italia? Quest'ultima fu favorita in Italia da Camillo benso fin dalla nascita della Repubblica stessa. Oggi, con gli intenti più variegati hanno tentato di modificare la legge Merlin che tutt'ora regolamenta il fenomeno: Umberto Bossi, Stefania Prestigiacomo, Elisabetta Gardini, Daniela Santanchè, Mara Carfagna, etc.
 
Chi scrive non sa le intenzioni delle persone elencate però ha scoperto l'esistenza di una ONLUS: il CDCP (Comitato per i Diritti Civili delle persone Prostitute). Laddove si voglia, date un'occhiata al sito... non so di cosa parli ma, di certo, aprirsi a una questione non può far altro che migliorare la nostra attività di cittadinanza attiva.

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